Cattedra Jean Monnet di storia e politica dell’integrazione europea
2018-2022
Prof. Carlo Spagnolo
Dopo la fine della guerra fredda, il Trattato di Maastricht del 1991-92, e l’unificazione monetaria completata nel 2001, il processo di integrazione europea ha raggiunto una estensione tale da confondersi e sovrapporsi con i compiti degli Stati. L’allargamento a Est col passaggio a 29 paesi membri ha esteso gli ambiti e l’eterogeneità dell’UE. Alle nuove responsabilità dell’UE ha corrisposto una riforma dei meccanismi decisionali, senza che fosse più chiaro se si puntasse ad un assetto di tipo confederale o ad uno sovranazionale. Dalla crisi finanziaria del 2007-08 e dopo le sue ripercussioni in Grecia si colgono segnali di crescente critica alle rigidità istituzionali, alle politiche di austerità e al deficit di legittimazione democratica. ...
Persino in Italia, un tempo il paese più favorevole all’integrazione tra i Sei fondatori, ha visto crescere nei sondaggi dell’Eurobarometro una robusta corrente “eurocritica”. Questi processi di trasformazione si intrecciano in tutta Europa, dopo l’esaurimento della guerra fredda, con la ridefinizione delle memorie pubbliche che si erano consolidate dopo il 1945. Esse entrano a fare parte di una contesa politica sul rapporto tra identità nazionali ed assetto europeo. Il titolare e lo staff della Cattedra ne hanno trattato in un fascicolo monografico della rivista “Ricerche storiche” su Le memoria divise d`Europa dal 1945. Il progetto della Cattedra, grazie alla partecipazione di un robusto staff di docenti dell’Ateneo di Bari, è di esplorare il percorso dell’integrazione europea nel Mezzogiorno, le sue eredità e le sfide che sollecitano un nuovo uso pubblico del passato. Si indagherà sulle domande rivolte alla storia da studenti e giovani, sulla costruzione delle politiche della memoria a livello regionale nel quadro Mediterraneo, e su come esse si incrocino con le politiche della memoria condotte dall’UE centrate sulla pace e i diritti umani. L’ipotesi è che possa esistere un nesso tra i conflitti distributivi tra le regioni italiane in materia di Welfare, spesa pubblica, investimenti, redditi, occupazione, il declino delle narrative storiche nazionali e le crescenti domande di identità territoriali. A livello regionale si intende guardare come si impieghino frammenti del passato per definire identità locali separate dalla storia nazionale ed europea e se queste identità locali vengano postulate come vittime di Bruxelles. I canali di trasmissione di questi processi verrano indagati a scuola e tra gli studenti universitari, per cogliere se siano prevalenti immagini decontestualizzate del passato o se emergano domande rivolte alla storia che non trovano risposte istituzionali. La conoscenza della storia dell’integrazione europea può contribuire a comprendere la complessità, le multiple identità e le trasformazioni dovute a sfide impreviste legate allo “shock of the global” – come lo ha chiamato C. S. Maier . Un esame ravvicinato dei risultati dell’integrazione europea nel Mezzogiorno potrebbe consentire di mettere in prospettiva le molteplici sfide del presente e le funzioni effettivamente svolte dall’integrazione.
La cattedra persegue quattro obiettivi interconnessi:
- promuovere la conoscenza sulla storia e le istituzioni dell’integrazione europea tra gli studenti delle facoltà umanistiche dell’ Univ. di Bari, tra i quali alcuni perseguiranno la carriera di insegnante, e introdurre la storia nello studio delle materie europee per studenti di altre discipline, come Diritto ed Economia
- elevare il livello della ricerca sull’integrazione europea nel Mezzogiorno, in una prospettiva comparata tra paesi dell’area Mediterranea
- stabilire nuovi standards nella formazione e nell’insegnamento della storia europea per gli insegnanti delle scuole secondarie inferiori e superiori e accrescere la consapevolezza della cittadinanza europea tra gli studenti delle scuole superiori nella Regione Puglia
- condividere i risultati con le amministrazioni pubbliche, le forze politiche e l’opinione pubblica e accrescerne le capacità di intervento